Colloquio lavorativo

Selezione del personale e i pregiudizi che non sapevi di avere: i bias cognitivi

La nostra mente risponde ad alcuni automatismi che spesso passano inosservati. Per compiere scelte più eque e consapevoli è necessario imparare a riconoscerli e rovesciarli.

Anche il più imparziale dei manager ha dei pregiudizi durante la selezione del personale. Si chiamano bias cognitivi e sono convinzioni della mente, automatismi che ci spingono verso decisioni approssimative nella vita lavorativa, come in quella privata. 

Spesso questi bias passano inosservati e si infiltrano anche in un momento fondamentale per la crescita dell’azienda: la ricerca di nuove risorse. Sappiamo bene come la persona sbagliata possa portare degli squilibri nel team di lavoro, per questo è così importante imparare a riconoscere come il nostro cervello viene influenzato da determinati schemi mentali. 

L’effetto recency è forse il più pericoloso dei bias. La nostra mente è portata a ricordare meglio le informazioni che abbiamo catturato più recentemente, per questo durante la selezione del personale tenderemo a scegliere l’ultimo candidato idoneo che abbiamo visto. 

Il falso consenso è il pregiudizio che ti porta a pendere verso un candidato con un sistema valoriale simile al tuo. Un esempio: se durante una giornata di colloqui si presentasse una persona che ha fatto la tua stessa università, inconsciamente, la preferiresti agli altri.

Questo automatismo, che ho visto ripetersi spesso, è quello che può provocare i danni peggiori. C’è il rischio di assumere uno zelig, una persona non particolarmente in linea con le nostre necessità ma semplicemente molto brava ad imitare il selezionatore e a capirne le preferenze. 

Non solo, continuando a preferire candidati con esperienze simili alle nostre andiamo ad affossare la diversità. Un’azienda è più forte quando si compone di persone con background, percorsi e peculiarità diverse: va tenuto a mente.

C’è poi bias della straordinarietà, particolarmente subdolo: è l’automatismo che ti farà preferire una figura sulla base di caratteristiche che tu credi fuori dal comune. Trovi geniale qualcuno che parli russo e arabo e il candidato che hai davanti è fluente in entrambe? Tenderai a sceglierlo, anche se la conoscenza di queste lingue non è richiesta dalla posizione. 

I bias cognitivi rappresentano un ostacolo nella gestione e selezione delle risorse umane, come in qualsiasi altro frangente. Chiunque abbia a cuore il successo della propria attività deve essere in grado di riconoscere e lavorare su questi pregiudizi.

Preconcetti come questi non spariscono dall’oggi al domani, ma allenando la nostra mente a evitarli è possibile arrivare a prendere decisioni più eque e neutrali

I percorsi di supporto alla leadership e agli HR Manager offerti da Cassiopea possono essere d’aiuto, perché prevedono un accompagnamento lungo il processo di selezione del personale più consapevole e accurato. Potete scrivervi a tiziana@cassiopeaweb.com o contattarmi al 347 1513537.

 

 

Tiziana Recchia

Fondatrice, titolare e amministratrice di Cassiopea. Da quasi 30 anni è business e life coach, si occupa di formazione e supporta le aziende nei momenti di cambiamento. Collabora con la redazione de “La Cronaca” per portare il suo punto di vista esperto nel mondo del business.

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