La resilienza

Il termine “resilienza” un tempo veniva utilizzato solo in relazione agli oggetti, era la capacità di un metallo di resistere alle forze che gli vengono applicate. La psicologia clinica ha poi ripreso questo termine per indicare la capacità delle persone di resistere agli eventi traumatici e recuperare velocemente. È evidente come una capacità del genere sia importante: reagire velocemente davanti alle avversità, adattarsi ai cambiamenti e ripartire prontamente anche dopo una sconfitta, sono tutte caratteristiche fondamentali in ambito lavorativo.

Le persone che possiedono un alto livello di resilienza hanno una maggiore protezione dal burnout. Il burnout è uno stato di esaurimento emotivo, fisico e mentale causato da uno stress emotivo e prolungato.

La resilienza non è una capacità innata, ma è necessario costruirla e svilupparla. Questa è spesso predittiva di alti livelli di performance, quindi aiutare i propri collaboratori a sviluppare alti livelli di resilienza è nel pieno interesse delle aziende.

Sviluppare una maggiore consapevolezza di sé è importante in generale, ma in ambito lavorativo è fondamentale per individuare i propri limiti e le proprie capacità. Ci rende più semplice individuare le fonti d’ansia e di frustrazione, nonché la gestione dei conflitti.

Il conflitto è una delle principali cause di stress e di burnout, per questo affrontarlo in modo costruttivo è molto importante. Porsi all’ascolto, fare domande e mettersi nella condizione di poter comprendere il punto dell’altro è un modo per confrontarsi senza distruggere la fiducia e il rapporto con l’altro.

Nelle situazioni di tensione con un dipendente ad esempio un leader valido è quello che non si mette sulla difensiva e non reagisce con autorità, ma cercando di comprendere la preoccupazione dell’altro e cercare una soluzione al problema che elimini le tensioni.

Nelle aziende ai leader spetta il compito di creare un ambiente costruttivo, in cui gli insuccessi non siano penalizzati ma considerati esperienze da cui apprendere. Creare una situazione in cui tutti siano liberi di ammettere in prima persona i propri errori senza sentirsi recriminati è un modo per aiutare i propri collaboratori ad abbassare la tensione e sviluppare la resilienza.

Avere un atteggiamento positivo è il primo passo, può sembrare una banalità ma è la base fondamentale da cui partire per poter osservare le difficoltà come opportunità di crescita. Alcune cose sfuggono al nostro controllo, nella vita ci sono traumi e avversità che non possiamo evitare che accadano, quello che possiamo fare è accettare queste avversità per quello che sono, senza sentirci impotenti, ma diventando consapevoli del fatto che alcune cose non possiamo proprio cambiarle. La nostra mente reagisce naturalmente ai traumi in maniera irrazionale, interrogarci sul perché di queste reazioni, metterne in discussione la validità ci aiuta a ritrovare la razionalità e a trovare un modo costruttivo per reagire.

Tre sono le caratteristiche delle persone resilienti: l’accettazione della realtà, una convinzione profonda dei propri valori, la capacità di improvvisare nei momenti difficili. Tre caratteristiche che vorremmo tutti anche per le nostre aziende.

Tiziana Recchia