6 Settembre 2019 Credere in noi stessi per non fallire
Affrontare un esame o un colloquio di lavoro, essere all’inizio di una relazione importante o ricevere la responsabilità di un nuovo incarico. In situazioni come queste, in cui siamo chiamati in prima persona a metterci in gioco, qual è la nostra reazione? Sguainiamo la spada da veri guerrieri oppure ci facciamo travolgere dai fendenti, convinti di non essere in grado di sostenere il duello?
La paura di fallire ci toglie la grinta per affrontare i nostri progetti, sabotando la nostra determinazione nel realizzarli. Tutti noi almeno una volta nella vita siamo caduti vittima dei cosiddetti sabotaggi interiori, ma per quale motivo li mettiamo in atto? I sabotaggi psicologici sono meccanismi che impongono alla mente di opporsi al raggiungimento di un risultato e individuare un motivo univoco non è semplice. Alcune volte hanno uno scopo protettivo: mantenendo basse le aspettative proteggono l’autostima da un eventuale fallimento.
Le persone molto competitive, più focalizzate sul confronto con gli altri che sulla crescita personale, cadono facilmente vittima di questi tranelli della mente. Dando maggior peso alle conferme esterne piuttosto che alla consapevolezza delle proprie abilità diventa più difficile uscire da questo tipo di processo, perché non si riescono a focalizzare i margini di miglioramento personale.
Altre volte non ci sentiamo meritevoli di qualcosa, svalutiamo le nostre capacità e “puniamo” la nostra presunta incapacità sabotando noi stessi ed entrando in un circolo vizioso. Il timore di non essere all’altezza ci impedisce di far emergere le nostre potenzialità, in un’apparente conferma della nostra inadeguatezza.
Questo tipo di paure sono spesso un lascito del periodo infantile, quando i genitori ci ripetevano di fare attenzione a questo o a quello, di non disturbare e così via. Quando questa diventa la risposta a qualsiasi iniziativa del bambino, può alimentarne l’insicurezza, che potrebbe arrivare a coltivare la convinzione di non farcela, di non meritare, di non essere capace di affrontare le piccole e grandi sfide della vita.
I sabotaggi interiori hanno delle conseguenze piuttosto negative sulla nostra vita: generano ansia, scoraggiamento, irritazione, depressione, disagio personale e nelle relazioni con gli altri. Creano una corazza caratteriale difficile da smantellare. Possiamo però prendere questi sabotaggi e trasformarli in qualcosa di positivo, in uno stimolo per iniziare un processo di cambiamento e migliorare la propria vita.
La parte razionale della nostra mente è sempre perfettamente consapevole di cosa stia accadendo e dello scopo che si intendeva raggiungere, è la parte irrazionale della nostra mente che impone degli ostacoli e inventa delle scuse. Questa seconda parte purtroppo nei momenti di conflitto tende a prevalere su quella razionale, il modo migliore per aggirare questo ostacolo è fermarsi e cercare di razionalizzare quello che sta accedendo, riportando al timone la parte razionale della nostra mente.
Per iniziare a superare questi sabotaggi deve esserci soprattutto la volontà di cambiare. Partendo da questa volontà con pochi passi alla volta si può arrivare a compiere una grande trasformazione.
Un aiuto che possiamo dare a noi stessi è quello di credere che le nostre convinzioni possono essere modificate. Crediamo di non essere capaci perché qualcuno ci ha detto che non lo siamo, ma come facciamo a sapere che è realmente così se non ci abbiamo mai provato? Come diceva George E. Woodberry “Il peggior fallimento non è la sconfitta. Il peggior fallimento è non aver tentato”.
Tentando potremmo addirittura concederci la bellissima emozione di riuscire in quello in cui crediamo, di sorprendere noi stessi con un talento che ancora non conoscevamo.
Tiziana Recchia