Leonardo Vianello: “Raccontando le bellezze del Paese portiamo i nostri vini nel mondo”

Leonardo Vianello: “Raccontando le bellezze del Paese portiamo i nostri vini nel mondo”

“Apre molte più porte un buongiorno di un good morning o di un guten morgen”. Leonardo Vianello lo sa bene: partito quando ancora era un ragazzo per la Germania, ha lavorato per diversi anni come agente, accompagnando clienti da tutto il mondo alla scoperta della bellezza dei prodotti made in Italy attraverso il racconto del Paese. Attraverso quello che, solo alcuni anni dopo, sarebbe stato definito storytelling. Una volta tornato in Italia, ha creato la Vianello Wines, un’agenzia di intermediazione di vini italiani che esporta prodotti vinicoli dal vincente rapporto qualità – prezzo, capaci di esprimere in modo eccellente il territorio in cui nascono.

 

Puntare sui grandi numeri scegliendo di portare all’estero una numerosa selezione di cantine sarebbe stata forse la scelta più semplice. Lei invece ha scelto un’altra strada: poche aziende ma ben selezionate. Per quale motivo?

Negli otto anni trascorsi in Germania come agente, ho avviato delle collaborazioni con aziende italiane con le quali sto lavorando tutt’ora, a dimostrazione di un rapporto di fiducia e crescita reciproca che è andato sviluppandosi negli anni. Una volta tornato in Italia, nel 2008, ho deciso di creare qualcosa di mio. Ho continuato a lavorare con quelle società, individuandone anche altre ma con grande attenzione: volevo ci fosse condivisione d’intenti, con l’obiettivo di garantire a tutti trasparenza e collaborazione. Ma la trasparenza doveva partire da me: scegliere poche aziende significa valorizzarle tutte, curarle ed evitare “antipatici” doppioni.

 

Così si crea un rapporto di fiducia…

In questo nostro progetto la fiducia è prioritaria e fondamentale, deve esserci la consapevolezza che si lavora tutti insieme per creare un percorso virtuoso che genera vantaggi per tutta la catena, dall’azienda, all’agenzia fino al distributore finale, all’enoteca, al ristorante o al cliente che si porta a casa la bottiglia. Nella maggior parte dei casi il nostro interlocutore lo capisce e ha la conferma poi nei risultati. Oggi la nostra agenzia Vianello Wines, lavora con cinque aziende ed esportiamo in Europa vini e grappe provenienti da Veneto, Trentino Alto Adige, Piemonte, Puglia, Abruzzo e Sicilia.

 

C’è un mercato di riferimento per chi lavora nel suo comparto?

È la Germania, spesso considerata la “Milano” del vino in Europa, è un incrocio di numerose influenze e dinamiche. Se un’etichetta funziona lì, è molto probabile che funzioni anche nei Paesi limitrofi.

 

La Germania ha avuto un ruolo fondamentale anche per la sua iniziativa avviata cinque anni fa, Teatro Latino.

Questo progetto nasce dalla volontà di raccontare esperienze e valori che ci contraddistinguono. È uno storytelling, il racconto di un Paese, della sua ricchezza culturale: lo facciamo attraverso i vini di aree selezionate, portando all’estero non solamente il prodotto ma intere regioni, le loro tradizioni, le bellezze.
Abbiamo fatto in modo che il vino stesso diventasse messaggero della ricchezza di questi territori, dei suoi valori, anche delle architetture che raccontiamo, ad esempio, nelle etichette. Ora la selezione di Teatro Latino spazia dalla Puglia alla Sicilia all’Abruzzo fino al Veneto. Ci ha fatto molto piacere quando un nostro cliente pugliese ha paragonato Teatro Latino ai progetti istituzionali per la promozione dei territori. E, venendo alla sua domanda, la Germania è stata importante per il lancio dei vini pugliesi di Teatro Latino, perché in quel Paese prodotti come il Primitivo vanno molto di moda.

 

Ha definito Teatro Latino un “progetto pop”. Cosa significa?

Abbiamo due diverse linee per due diversi punti di vista sulla stessa, meravigliosa ricchezza culturale del Belpaese, in un assortimento che spazia dai vini più strutturati, ai vini da degustare con calma durante il weekend o ai vini più fruttati da degustare tranquillamente in settimana o durante una grigliata all’aperto. Il tutto, senza dimenticare l’intrattenimento e i social network, il canale privilegiato per comunicare l’Italia in tutte le sue sfaccettature. Il progetto più recente di Teatro Latino, infatti, prevede la creazione di diverse playlist regionali sulla piattaforma Spotify, per poter degustare il proprio vino preferito ascoltando la musica della sua zona di provenienza.

 

In questo suo percorso quanto è stato importante circondarsi delle persone giuste?

È stato ed è tuttora assolutamente fondamentale. A partire da Anna Lora, conosciuta poco tempo dopo che avevo aperto la sede a San Bonifacio. Vidi in lei l’entusiasmo e la voglia di fare e non mi sbagliai: in questi anni ha dato qualità e spessore all’azienda, affiancandomi e supportandomi in molte decisioni importanti. La squadra nel frattempo si è allargata con Daniela La Gorga e Jasmine Desopo, che seguono con grande dedizione il customer care, mentre Michele Milani è la nostra nuova risorsa nel marketing. Oggi siamo presenti in 18 Paesi, Germania, Austria e territori scandinavi sono tuttavia quelli nei quali lavoriamo di più, e non ci stanchiamo di avere sempre nuovi progetti in cantiere.

 

Ampliandosi il team e crescendo l’azienda, ha sentito l’esigenza di una riorganizzazione. Che vantaggi concreti ha portato il percorso avviato con Cassiopea?

Abbiamo avvertito l’esigenza di avere una regia, di rivedere ruoli e mansioni, di canalizzare meglio il flusso di informazioni. I primi risultati sono arrivati presto, ci è subito risultato più chiaro come fare, quali obiettivi porci a breve e media distanza, rafforzando anche la professionalità di ciascuno. Tiziana Recchia ha coinvolto l’intero team e ora siamo tutti più stimolati perché ognuno vede davanti a sé la possibilità di una crescita che non è solo dell’azienda ma anche individuale.

 

Gli ultimi mesi hanno travolto l’economia mondiale in tutti i suoi settori. Voi come avete risposto all’emergenza Covid?

La nostra fortuna è stata la diversificazione, sia nei canali, quindi non solo ristorazione ma anche vendita diretta, sia nei territori nei quali siamo presenti. Non tutti sono stati infatti travolti allo stesso modo dall’emergenza. Ma è stato anche un momento di riflessione, una spinta a rallentare per guardarci dentro, partendo dai valori che ci contraddistinguono e che dovranno essere, sempre, quelli dai quali partire nella creazione di partnership e collaborazioni. Sentirsi parte di un progetto come questo, significa anche condividerne fino in fondo i valori.

A cura di Francesca Lorandi

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