Self leadership: conoscere le proprie potenzialità e diventare una guida per i propri dipendenti

La globalizzazione ha cambiato il volto del mondo, ha accorciato le distanze e reso il mercato internazionale. Il cambiamento è all’ordine del giorno e un’azienda che vuole restare competitiva non può permettersi di restare inerme davanti a questo. Oggi più che mai il leader ha assunto un ruolo fondamentale. La leadership non può però più essere basata esclusivamente sulla gerarchia, ma deve essere fondata sulla costruzione comune di risultati.

Per arrivare ad assumere con sicurezza questo ruolo, il leader deve prima di tutto lavorare sulla self leadership. Partendo dal riconoscere le proprie potenzialità e i propri limiti, deve costruire la propria identità personale e professionale, per poter affrontare le sfide del mercato con efficacia. Reagire ai cambiamenti rapidi non è semplice, bisogna essere molto flessibili, ma allo stesso tempo sicuri nel proprio posto.
Per questo il leader deve essere un solido punto di riferimento, deve essere una guida stabile che sia in grado di guidare il team di lavoro. Deve certamente essere preparato nel suo campo, prendersi cura della sua azienda ed essere in grado di prendere decisioni strategiche. Deve essere anche un motivatore, promuovere la cooperazione nel gruppo più che la competizione, facendo luce sul traguardo da raggiungere anche nei momenti più bui.

Un buon leader può avere sicuramente delle doti innate, come la capacità di adattarsi velocemente a contesti diversi e a situazioni inaspettate, la resilienza, ma l’esperienza e la motivazione sono ciò che distinguono davvero un buon leader. Solo grazie all’esperienza si riesce a raggiungere quella consapevolezza per essere in grado di riconoscere le situazioni critiche ed evitare rischi inutili.

Ciò non significa non correre mai dei rischi o evitare ogni errore. Fin da piccoli abbiamo imparato ad avere paura di sbagliare, ci viene detto che l’errore è una cosa da evitare ad ogni costo. Quante occasioni abbiamo perso per la paura di sbagliare? Questo è un limite enorme nella nostra vita privata, ma soprattutto nella vita professionale. È nelle situazioni complesse che si nascondono le occasioni per emergere e in un mercato affollato come quello di oggi, non distinguersi significa essere praticamente invisibile.

Un buon leader deve affrontare tutte le sfide con ottimismo, restando sicuro che in un mondo così in movimento arriverà sempre il momento di migliorare e l’occasione di crescere. Trasmettere positività e tranquillità ai propri collaboratori è importante per instaurare un clima di serenità generale all’interno dell’azienda, che aiuterà tutti a lavorare meglio. L’atteggiamento mentale è una risorsa fondamentale, che nessuno di noi dovrebbe trascurare. Quando arriva il momento di affrontare un problema, il leader deve individuarne velocemente il cuore per decidere la strategia migliore per superarlo, mantenendo il distacco emotivo e ragionando razionalmente e anche in maniera creativa sul problema.

Un’azienda non può basarsi interamente sulle spalle di una persona, compito del leader è riconoscere tutte le potenzialità e le caratteristiche dei propri collaboratori, per orientarli al raggiungimento della mission aziendale.

Le aziende oggi vendono prima di tutto relazioni umane, la leadership non può quindi prescindere dal prendersi cura del suo staff ed assumere il ruolo di guida valoriale. La crescita di un’azienda è un lavoro di squadra, in cui ognuno deve fare la propria parte per raggiungere l’obiettivo. Il ruolo del leader è motivare la squadra a tagliare il traguardo.

Tiziana Recchia

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