Stare in compagnia di se stessi

Ascoltarsi ed agire subito volendo lottare per raggiungere i propri obiettivi…guardando il bicchiere mezzo pieno

Stare in compagnia di se stessi non è sempre la cosa più semplice da fare. Tutto dipende dal fatto di riuscire ad accettare i propri pieni o vuoti interiori. Cosa significa? Il vuoto interiore è una sensazione di insoddisfazione, un sentimento difficile da definire che rende arduo fare i conti con le proprie emozioni. Il pieno interiore invece dovrebbe essere l’opposto, ma non è proprio così. Spesso ci si sente troppo pieni di cose che non ci fanno davvero bene, che non contribuiscono alla nostra serenità. Generalmente crediamo tutti di conoscerci bene, ma solo quando restiamo soli con noi stessi ci rendiamo conto di tutto quello che non sappiamo di noi.

Spesso corriamo dietro a qualsiasi cosa pur di non fare i conti con noi stessi e capire davvero quali sono i nostri obiettivi. I nostri sforzi dovrebbero essere focalizzati verso il raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo prefissati e non sprecati per allontanarci da quello che non ci interessa davvero.

L’ombra e la luce sono due metà della stessa medaglia, l’una non esiste senza l’altra. Dobbiamo accettare l’ombra per accogliere la luce, nello stesso modo in cui dobbiamo accettare le parti di noi stessi di cui andiamo meno fieri per poterci apprezzare davvero. Jung affermava: “L’ombra se non viene riconosciuta come tale, finisce per agire come un demone onnipotente”.

Qui c’è tutta la differenza tra il percepire la nostra realtà come possibilità di autorealizzazione o percepirla come limite per raggiungerla. È il concetto del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno.

Dobbiamo trovare il coraggio di salire sul palcoscenico della vita, metterci al centro dei riflettori e mostrare l’essenza di quello che vogliamo rappresentare nel nostro mondo, essendo vincenti e padroni del nostro destino.

Se continuiamo a pensare che non abbiamo la forza e la determinazione per essere davvero quello che vogliamo, non usciremo mai dalle quinte di quel palcoscenico. Cosa servono i desideri se poi non ci impegniamo con tutti noi stessi per realizzarli?

Non tutto è possibile, ma possiamo saperlo solo dopo aver messo in campo la nostra energia e la nostra determinazione. Se non riusciamo a raggiungere il risultato che ci eravamo prefissati, non avremo la sensazione di sconfitta perché saremo in grado di valutare il risultato con oggettività, sapendo di aver fatto del nostro meglio ed essendo consapevoli di aver combattuto con coraggio e forza.

Ascoltarsi ed agire ci permette di provare una soddisfazione energetica che ci rende più soddisfatti di noi stessi e più propositivi, è un processo autogenerante.

Quindi riempiamo del tutto il bicchiere e riusciremo a stare in compagnia con noi stessi provando piacere nel farlo.

Tiziana Recchia

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