Essere imprenditrici è ancora un’impresa

L’imprenditoria femminile è in crescita, ma la sfida è sempre la stessa: riuscire a conciliare vita privata e professione.

La popolazione europea è costituita per il 52% da donne e di queste circa il 34% sono imprenditrici. Uno studio del 2014 ha individuato come ogni anno, a partire dal 2008, ci sia stato un incremento del 3% di imprese femminili nell’Unione Europea [Fonte: Commissione europea].

L’imprenditoria femminile ha un potenziale molto alto dal punto di vista economico, che però non è ancora stato sfruttato al meglio. Per questo sono molte le iniziative promosse dall’Unione Europea e dai singoli Stati per aiutare la crescita e lo sviluppo delle imprese guidate da donne in tutti i settori.

Secondo una stima del 2018, le imprese femminili in Italia sono circa 1 milione e 337 mila, circa 6 mila in più del 2017. Sono maggiormente diffuse al Centrosud, con Roma, Milano, Napoli e Torino in testa per il numero di imprese registrate. I settori sempre in crescita sono quelli dei servizi, della cura della persona e del turismo. Nascono però molte imprese anche nei settori delle attività professionali, tecniche e scientifiche; in crescita anche il noleggio, le agenzie viaggi, i servizi di supporto per le imprese e le attività immobiliari. Tutti settori che erano tradizionalmente prevalentemente maschili [Fonte: Unioncamere – Imprese femminili].

Secondo Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere, «in un mondo in cui si cercano nuove forme di sostegno alla competitività del sistema produttivo nazionale, puntando soprattutto a incidere sulla cultura manageriale degli imprenditori, lo stile femminile si sta rivelando un fattore vincente, un modello che ha permesso all’impresa in rosa di raggiungere un’incidenza del 24% sul totale delle imprese e con oltre il 60% che conseguono risultati economici positivi. Tale stile deve essere sempre più valorizzato e diffuso come patrimonio della cultura d’impresa del Paese grazie a fattori di economia avanzata. La crescente presenza femminile nell’impresa è un fondamentale fattore di crescita sociale e culturale». Le donne imprenditrici devono però fare ancora quotidiani equilibrismi per conciliare gli impegni di lavoro con l’esigenza di garantire alla famiglia la necessaria attenzione, rinunciando spesso a hobby e svaghi.

Il vero obiettivo da raggiungere nei prossimi anni è permettere anche alle donne una reale possibilità di scelta, che non venga condizionata dall’impossibilità di conciliare famiglia e lavoro.

Sono necessarie strutture adeguate, oltre a orari e modalità di impegno flessibili e adattabili alle esigenze di ognuna. Ancora troppe donne faticano a liberarsi da stereotipi e pregiudizi culturali, che le relegano a ruoli secondari che non valorizzano la loro intelligenza e che non sono adeguati alla loro preparazione professionale.

Molte donne, poi, incontrano diverse difficoltà nella conciliazione dello spazio lavorativo con quello domestico. Per molte sembra impossibile conciliare serenamente l’essere leader con l’essere donna, madre e compagna di vita. Il pericolo nel cercare ansiosamente l’agognato equilibrio è di entrare in un vortice di attività, di ruoli da interpretare, di performance e responsabilità che diventano sempre più difficili da sostenere. La soluzione è avere o trovare una flessibilità innovativa e un’autonomia organizzativa che permetta di essere imprenditrici senza essere travolte dalla frenesia di tutte le attività, perdendo di vista le proprie scelte di vita.

Scegliere di essere imprenditrice significa prima di tutto comprendere lo stile di vita che si vuole. Trovare il modo di armonizzare i bisogni propri e altrui non è semplice. Bisogna imparare alcune strategie organizzative di conciliazione, per essere pronte sia quando il lavoro presenta imprevisti che ritardano il rientro a casa, sia quando è l’impegno familiare ad incidere sui tempi di lavoro. La necessità è quella di trovare un modo personale per raggiungere l’equilibrio adeguato per soddisfare tutti i bisogni propri, della famiglia e di tutti i collaboratori.

La grande sfida delle donne imprenditrici è creare e guidare una équipe nella quale la scelta e la delega siano ben curate e rappresentino un punto importante del proprio operato. Un altro punto importante è strutturare le attività durante tutto l’arco della giornata, organizzando il tempo a disposizione e gli obiettivi fissati, se necessario delegando ad altre figure qualificate una parte del lavoro. Tale principio va attuato anche nella dimensione domestica, perché la donna imprenditrice impiega spesso dei tratti di leadership aziendale anche nell’organizzare i tempi e le attività della casa.

Per non essere più sospese tra il vivere nel mondo e il prendersene cura, occorre partire da sé, riconoscendo l’attività professionale e la famiglia come due contesti altrettanto indispensabili, in cui l’uno valorizza l’altro e che possono nutrire e nutrirsi contemporaneamente.

La vera impresa si costruisce e si sviluppa dentro di sé, trovando quell’equilibrio di valori e riconoscimento dei bisogni che poi ci guida nella nostra realizzazione e nel rendere felici le persone importanti.

Tiziana Recchia
24/01/2019 • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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