La velocità del cambiamento fa crescere imprenditori e aziende

La necessità di competere in tempi di crisi ha favorito la flessibilità e l’apertura mentale: una rapida evoluzione che deve iniziare da noi stessi.

Gli imprenditori stanno cambiando mentalità e di conseguenza anche le aziende stanno mutando le proprie caratteristiche. È un cambiamento epocale, una vera e propria rivoluzione. Non sta però avvenendo all’improvviso e con movimenti bruschi, ma in maniera progressiva e controllata. Una metamorfosi che coinvolge tutto il mondo occidentale, ma che soprattutto si fa sentire in Italia.

Ma di che cosa stiamo parlando? Potremmo dire che le aziende si stanno “ammorbidendo”, liberandosi della loro storica rigidità e resistenza al cambiamento. Un’evoluzione iniziata durante la crisi economica, ma che riguarda ancora oggi molte aziende. Si percepisce quanto la spinta determinata dalla necessità di sopravvivere abbia portato inevitabilmente gli imprenditori ad allargare i propri orizzonti e aprire la mente a nuove possibilità. Questo processo favorisce un business di più ampio respiro, dove il resto del mondo è diventato lo scenario naturale per l’espansione dell’azienda.

Un processo che ha cambiato molto e sta continuando a cambiare le dinamiche imprenditoriali, in un territorio competitivo assai diverso dal passato, quando si viveva e si produceva in un comfort culturale, che focalizzava lo sguardo solo sul proprio territorio per non sconvolgere le abitudini delle PMI. Erano pochi gli imprenditori più attenti che pensavano e operavano in un contesto internazionale. Ora è normale per tutti esportare, delocalizzare, creare sinergie con partner stranieri o cercare le opportunità fiscali per chi investe in zone privilegiate.

Oggi le piccole imprese si sono trasformate in una sorta di multinazionali tascabili, incamminandosi in un percorso di cambiamento: un’apertura che si distacca nettamente dall’epoca del localismo, ma anche un salto di mentalità che si oppone alla logica del declino.

Il periodo difficile della crisi ha dato la spinta a molti di trovare quell’energia rigeneratrice che permette di diventare imprenditori di grande vedute, nonostante le piccole dimensioni.

Quattro le direzioni verso le quali muoversi: l’internazionalizzazione, la finanza, l’innovazione e i talenti. Il giusto mix di questi ingredienti determina l’identikit della nuova cultura d’impresa e della visione strategica che viene chiesta agli imprenditori.

Il destino è nelle nostre mani e il libero arbitrio consiste nell’essere visionari o nel piangersi addosso, rimanendo invischiati nel mondo miope che ci siamo creati. Non possiamo più permetterci di delegare ad altri il nostro destino. Perché oggi si rinasce o si muore. Siamo chiamati a decidere del nostro destino di vita o morte: e qui mi riferisco anche alla “morte interiore” causata dalla paura e dalla pigrizia del primo grande cambiamento: noi stessi.

I continui mutamenti di rotta dettati dal cambiamento così rapido ci hanno concesso il dono – che è anche un dovere – della flessibilità. Dobbiamo rispondere cogliendo l’opportunità che sta qui di fronte a noi o subito dietro l’angolo e il nostro motto sarà “senza se e senza ma”.

Tiziana Recchia
24/01/2019 • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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